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Federica e gli attacchi di panico

Federica è una donna di 40 anni sposata, con due bambini piccoli. Lavora part time come impiegata ed è sposata con Angelo, responsabile del personale in un’azienda. 
Lo scorso anno è morto improvvisamente il padre di Federica per un attacco cardiaco e da quel momento lei ha iniziato ad avere attacchi di panico, dapprima lievi e sporadici, poi sempre più frequenti ad inaspettati. 
Alla domanda “come mai secondo lei si sono presentati e susseguiti gli attacchi?” Federica non sa rispondere. Sembra che siano “piovuti dal cielo”, una sorta di fulmini a ciel sereno che le stanno rendendo la vita impossibile. Infatti da un pò di tempo evita di prendere la macchina se non per fare brevi tragitti, per paura che possa accadere un attacco in macchina che la porti a perdere il controllo della guida e magari a fare un incidente.
Dott.sa Sandra Magnolini esperta nella cura dell'ansia
Vediamo in dettaglio cosa è successo a Federica. 
Le ho chiesto di registrare quotidianamente i suoi pensieri, in particolar modo quelli che precedono gli attacchi di panico e quelli che si verificano in contemporanea ad essi.
Federica riporta i seguenti pensieri: 
“Quando sento il cuore che batte più forte penso che posso morire improvvisamente, come accaduto a papà”

“Non posso sopportare tutto questo, sicuramente mi capiterà qualcosa di brutto”

“Sto per morire e non posso evitarlo”

Il primo passo è stato spiegare a Federica che attacchi di panico e attacchi cardiaci non sono la stessa cosa. 

Infatti, nonostante a livello fisiologico si possano presentare delle sensazioni simili, l’attacco di panico non è pericoloso e non porta alla morte, allo svenimento e alla perdita di controllo.

L’attacco di panico è semplicemente una modificazione nella produzione di alcune sostanze nel corpo dovuta ad una sensazione di allarme. In pratica è come se la mente dicesse al corpo “Attento! Sta succedendo qualcosa di brutto! Attivati per evitarlo!”. 
In realtà quel “qualcosa di brutto” sono proprio i pensieri stessi che la persona auto produce (“sto per morire” “morirò come papà”).
Quindi il corpo si attiva preparandosi a difendersi da una situazione di presunto allarme e fa battere più forte il cuore, fa tendere i muscoli, aumentare la sudorazione ecc ecc. proprio per mettersi nelle condizioni migliori di essere più pronto ad agire efficacemente. 
Il problema è che un pericolo reale non c’è e quindi è come se il corpo si attivasse inutilmente producendo però delle sensazioni fisiche estremamente sgradevoli.
Il secondo passo è stato far sperimentare a Federica le stesse sensazioni prodotte dagli attacchi di panico ma in modo autoindotto, facendole fare degli esercizi nel mio studio che comportassero un aumento del battito cardiaco (ad esempio correre sul posto, fare su e giù per diverse volte le scale). 
In questo modo Federica ha compreso che i sintomi che si presentano durante gli attacchi di panico non sono pericolosi perchè si possono presentare anche, appunto, dopo una corsa o uno sforzo fisico.
Il terzo passo è stato insegnare a Federica un metodo di respirazione lenta che utilizzi il diaframma. 
Questo metodo consiste nel respirare lentamente (NON profondamente) seguendo un certo schema (indicato al punto 3 di questo post), facendo precedere e seguire a 10 respiri di questo tipo 10 secondi di apnea. Con questo tipo di respirazione in breve tempo il corpo riporta sotto controllo i sintomi del panico.
Il quarto passo è stato esporre gradualmente Federica alle situazioni temute ed evitate per il timore di poter avere un attacco di panico.
In particolar modo Federica evitava di viaggiare in macchina e quindi abbiamo costruito una scala di difficoltà crescente che prevedeva l’affrontare percorsi dapprima brevi, poi sempre più lunghi, fino ad arrivare anche a prendere l’autostrada!
Sono molto contenta di avere aiutato Federica a risolvere il suo problema di attacchi di panico e spero che questo post porti fiducia a coloro che ne soffrono facendo intravedere una via d’uscita ad una condizione di difficoltà.
nb. i dati relativi a questo caso sono stati modificati per non rendere le persone riconoscibili

immagine su psicologi-italia.it
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