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La dipendenza da gioco: un gran brutto “affare”!

Negli ultimi anni, a fianco alle tossicodipendenze ‘classiche’ si sono delineate nuove forme di dipendenza che possiamo definire ‘comportamentali’. Tra queste, un posto di rilievo in termini di pericolosità sociale lo occupa la dipendenza da gioco.

Il gioco, o meglio, il gioco d’azzardo (è da questo tipo di gioco che si può facilmente diventare dipendenti) si caratterizza per la presenza di una posta. Il giocatore cioè versa un bene materiale o una certa somma di denaro che, una volta giocata, non può essere ritirata.
Inoltre, nel gioco d’azzardo, spesso la vittoria o la sconfitta non dipendono dall’abilitá del giocatore.
Si configurano quindi come giochi potenzialmente pericolosi “le macchinette”, i “gratta e vinci”, il bingo, il poker on line e così via.
La dipendenza da gioco somiglia in tutto e per tutto alla dipendenza da sostanze stupefacenti.
Infatti si caratterizza per alcuni aspetti che riguardano anche la classica tossicodipendenza.
Essi sono la dipendenza psicologica e la tolleranza.
La dipendenza psicologica è rappresentata dalla voglia, dal desiderio di giocare. La persona ha fantasie di successo, immagina una grande vincita. Ciò la spinge ad accostarsi per l’ennesima volta al gioco, nonostante magari abbia giá collezionato delle perdite.
La tolleranza è invece quel fenomeno per cui, per provare le sensazioni di eccitazione, “ebbrezza” sperimentate nei momenti iniziali di avvicinamento al gioco, l’individuo deve giocare sempre di più e sempre più spesso.
Esiste una sorta di ‘carriera’ del giocatore d’azzardo problematico.
Innazitutto va detto che esistono cause di tipo bio-psico-sociale che rendono in certo individuo più vulnerabile rispetto ad altri nello sviluppare una dipendenza da gioco. In queste persone quasi sempre il gioco inizia come per tutti, in modo casuale, magari in circostanze di tipo sociale. Poi in genere capita una grossa vincita, che induce il giocatore a pensare che vincere è possibile a magari anche facile. Da qui si assiste ad un aumento del tempo dedicato al gioco e del denaro investito. Contemporaneamente le perdite iniziano a farsi sentire. Il gioco diviene sempre più individuale e rappresenta a questo punto una fuga dai problemi che si sono venuti a creare in ambito economico, familiare e sociale in genere.
Se la ‘carriera’ prosegue il giocatore arriva ad accumulare sempre più debiti, arrivando a commettere anche reati ed azioni illegali aventi lo scopo di procurarsi altro denaro. Si arriva quindi ad una fase di disperazione che può portare alcune persone a decisioni anche drammatiche.
Invece, da qui, alcune persone decidono di chiedere aiuto e iniziare una fase di risalita, che le può condurre nuovamente ad uno stile di vita sano, anche se bisogna ricordare che, in qualsiasi persona abbia avuto una dipendenza, sia essa da una sostanza oppure da un comportamento, per tutto il resto della vita non è più possibile abbassare la guardia rispetto all’oggetto della dipendenza.
Il servizio pubblico, con il Serd, gli SMI privati, oppure dei terapeuti esperti in dipendenze possono aiutare chi ha problemi con il gioco d’azzardo e i suoi familiari a ritrovare la serenità

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