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Ansia da prestazione: 3 modi per combatterla

L’ansia da prestazione nella sessualità è un’emozione di allarme sperimentata prima di avere un rapporto sessuale vissuto come minaccioso.
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Le cause dell’ansia da prestazione: 
Anche se è difficile prestare sempre attenzione, ogni volta in cui proviamo un’emozione, ad essa si associano pensieri di un certo tipo. Nel caso dell’ansia da prestazione i pensieri associati potrebbero essere “devo assolutamente impegnarmi per eccitarmi e farcela”, oppure “se non riesco ad avere un buon rapporto sessuale lui/lei potrebbe rifiutarmi o magari lasciarmi”.
Ovviamente, pensieri di questo genere mettono in moto nel corpo delle reazioni di allarme che sono incompatibili con una risposta positiva dal punto di vista sessuale e conducono spesso a ciò che si vorrebbe evitare e cioè ad un momento intimo poco soddisfacente per sé e per il/la partner.
A sua volta, il/la partner potrebbe involontariamente interpretare la situazione a suo modo, alimentando un circolo vizioso che porta al perpetuarsi del problema.
Ad esempio il/la partner potrebbe pensare “non si eccita perché non gli/le piaccio o non faccio abbastanza e quindi prima o poi mi lascerà” “non si eccita perché non gli/le piaccio quindi non valgo niente” “non si eccita perché non sono in grado di dargli /le piacere e quindi devo fare di più” “non si eccita perché non mi vuole dare soddisfazione”.
In concomitanza a questi pensieri potrebbero comparire emozioni negative anche nel/nella partner, come ansia di abbandono, depressione, ansia da prestazione o rabbia. Queste emozioni potrebbero tradursi in comportamenti di allontanamento o di disagio verso il/la partner.

Le conseguenze dell’ansia da prestazione:

Le conseguenze dell’ansia da prestazione possono essere varie e sfociare in:
problemi e difficoltà nell’eccitamento
problemi e difficoltà nel raggiungimento dell’orgasmo sessuale
dolore nel momento del rapporto sessuale

Rimedi all’ansia da prestazione:

Per combattere l’ansia da prestazione è necessario adottare alcuni accorgimenti:

# Aumentare la conoscenza di sé

– Prestare attenzione al proprio modo di pensare nelle situazioni in cui si sperimenta ansia da prestazione e mettere in discussione i pensieri disfunzionali descritti nel paragrafo precedente chiedendosi “che prove ho che ciò che penso è vero”? “come faccio ad essere sicuro/a che ciò che temo si realizzerò sicuramente”?
– Aumentare la conoscenza del proprio corpo e delle sensazioni che esso suscita dedicandosi prima ad un’osservazione del proprio corpo e in un secondo momento ad un esplorazione tattile delle sue varie parti.
L’attenzione va posta alle sensazioni, ai pensieri e alle emozioni che tale esplorazione suscita.

# Aumentare la conoscenza dell’altro.

– Parlare con il/la partner di ciò che preoccupa e ascoltare il suo punto di vista senza interromperlo/a.
– Parlare dell’argomento sessualità con il/la partner dedicandosi ad un ascolto attento e non giudicante del punto di vista dell’altro.

# Mettere in pratica la focalizzazione sensoriale.

– Questa attività consiste nello scambio reciproco di carezze con una finalità non erotica e va messa in atto praticando al partner e chiedendo poi al partner di praticare a se stessi (in due momenti separati) delle carezze che non sono preludio ad un atto sessuale.
Durante questo esercizio ognuno può dire all’altro quali carezze preferisce e in che modo gradisce riceverle e il partner che riceve le attenzioni dell’altro deve restare immobile, concentrandosi sulle sensazioni, emozioni, pensieri che emergono. 
Con questa pratica viene migliorata la conoscenza delle proprie sensazioni ed emozioni all’interno della relazione di coppia.
Se tutto ciò non bastasse può essere utile rivolgersi ad un terapeuta esperto nella risoluzione dell’ansia legata alla sfera sessuale.
Bibliografia: “Clinica delle disfunzioni sessuali” di Fenelli A. e Lorenzini R. Carocci Faber Ed. 2013

Immagine tratta da wellvitonline.it
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